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Smaltimento rifiuti pericolosi

Per parlare di smaltimento rifiuti pericolosi è necessario precisare che si tratta di un tema molto attuale che non riguarda solo le industrie ma anche rifiuti urbani come medicinali scaduti, pile, oli esausti o rifiuti ingombranti e di tipo elettronico. In generale, nella categoria dei rifiuti pericolosi rientrano gli scarti industriali provenienti dalla produzione conciaria e tessile, dalla raffinazione del petrolio, dall’industria fotografica o metallurgica o da altri processi chimici. Possono includere anche solventi, oli esauriti, rifiuti della ricerca medica e veterinaria. Vediamo di seguito come smaltire rifiuti speciali.

Smaltimento certificato
Tutela ambiente

Smaltimento rifiuti pericolosi, normativa

I rifiuti pericolosi rappresentano un pericolo per la salute dell’uomo, della vita animale e vegetale. Secondo la normativa italiana di riferimento (DPR 915/1982), questi rifiuti erano definiti “Rifiuti Tossico-Nocivi”. In seguito, con il Decreto Legislativo n. 22 del 5/2/1997 la dicitura è stata modificata in “Rifiuti Pericolosi” che appare più appropriata.

Si tratta in prevalenza di rifiuti di origine industriale, i quali presentano una o più delle seguenti caratteristiche di pericolo:

  • Infiammabilità (formazione di fiamma a bassa temperatura)
  • Tossicità/nocività/irritabilità (rischi per la salute acuti o cronici, conseguenti ad ingestione, inalazione, penetrazione dermica)
  • Corrosività (distruzione di tessuti vivi)
  • Cancerogenicità (malformazioni cancerose)
  • Teratogenicità (malformazioni congenite, non ereditarie)
  • Mutagenicità (difetti genetici ereditari)
  • Infettabilità (malattie all’uomo ed altri organismi viventi a causa di microrganismi contenuti nel rifiuto)
  • Reattività (sviluppo di calore, gas tossici o altri prodotti pericolosi, a seguito di contatto con acqua, aria, altri rifiuti)
  • Esplosività (possibilità di esplosione per effetto di fiamme, urti, attriti).

 

Costi e tempi

I costi per lo smaltimento rifiuti pericolosi variano in base ai materiali da gestire. L’impresa che produce i rifiuti deve essere in grado di provvedere al deposito temporaneo e all’invio presso gli appositi impianti di recupero o smaltimento entro un tempo stabilito.

Smaltimento rifiuti pericolosi tempi:

  • entro 3 mesi a prescindere dalla quantità
  • entro 1 anno, se la quantità è inferiore a 30 metri cubi, di cui massimo 10 metri cubi di rifiuti pericolosi.
  • È fondamentale che le figure preposte alla gestione dei rifiuti nel sito di produzione eseguano una corretta separazione dei rifiuti, evitando qualsiasi rischio d’inquinamento. Non solo, è importante anche curare con attenzione la catalogazione, affinché siano ben identificate le tipologie di rifiuto, le aree di deposito e i contenitori in cui sono conservati. Le stesse regole sono valide anche per lo smaltimento rifiuti speciali ospedalieri eccetto quelli a rischio Covid-19 che hanno delle tempistiche molto più ristrette.

 

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